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venerdì 24 agosto 2012

Prima ti porto a letto, poi ti voto su Facebook


Se già sentirsi valutate per la propria prestazione a letto non è il massimo, vedere i voti pubblicati su Facebook è impensabile. David McRory ha aspettato fossero i Giudici a farglielo capire.

Pagelle hot - Che su Facebook ormai girino informazioni di ogni tipo, anche personali, non è una novità. Sarai altrettanto abituato a modifiche delle impostazioni sulla privacy che il social network apporta per darti maggiore sicurezza. Ma a quanto pare non è ancora abbastanza, dato che esistono ancora casi come quello di David McRory. Il ventiduenne australiano è stato condannato a quattro mesi di reclusione per aver creato una pagina in cui pubblicava i suoi voti sulle prestazioni sessuali delle ragazze che vivono nella sua zona.

 

L’esempio da non seguire - Il ragazzo, ora rilasciato su cauzione, pubblicava i suoi voti senza curarsi della delicatezza dell’argomento. Il suo avvocato ha anche provato a rigirare la versione dei fatti descrivendo l’accaduto come un atto dovuto alla stupidità e alla leggerezza più che alla malizia, ma invano. Per fortuna la Corte di Bendigo, paese dello stato di Victoria in cui vive McRory, ha invece voluto che diventasse un caso esemplare.

 

Ogni volta ce n’è uno - Non era la prima volta che un fatto simile si presentava al giudizio della Corte australiana: a marzo Ravshan Usmanov era stato condannato a sei mesi di arresti domiciliari per aver pubblicato le foto senza veli della sua ex. Situazioni altrettanto gravi si erano verificate anche negli anni passati: Justine Jones nel 2010 e Bradley Paul Hampson nel 2011 erano stati condannati per aver postato commenti diffamanti sulle pagine di persone decedute.

 

Almeno non ci ricasca - I Giudici australiani, non ancora contenti, hanno condannato anche Joshua Turner, ritenuto complice di McRory. La sua pena? Niente Facebook per due anni, e sei mesi di reclusione. A oggi la sentenza è sospesa, e il ragazzo ha anche fatto ricorso in appello. Rimane comunque un caso che potrà fare da deterrente e da esempio in caso in futuro si ripresentassero situazioni simili. Sperando di no, ovviamente.

Fonte: http://www.noncipossocredere.com/2012/08/23/prima-ti-porto-a-letto-poi-ti-voto-su-facebook/

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